Gli oggetti pertinenti allo sport rinvenuti a Spina, come a Marzabotto e Felsina nonché nella massima parte dei siti etruschi, provengono essenzialmente da contesti funerari. Non esistono, o quanto meno non sono state fino ad oggi ritrovate in ambito etrusco, testimonianze di strutture o impianti sportivi quali stadi o palestre che, analogamente a quanto si verifica in Grecia, documentino la pratica dello sport nel suo reale svolgersi. giochi funebri in onore di PeliaE' pur verosimile che allenamenti e gare potessero aver luogo in aree aperte non strutturate, sfruttando, per le competizioni più impegnative, quali soprattutto le corse dei cavalli, particolari caratteristiche naturali del terreno. Le testimonianze di ambito funerario appaiono pertanto insostituibili per ricostruire caratteristiche ed ambientazioni del mondo agonistico. Il tema dello sport è infatti uno degli argomenti che con maggiore frequenza si dispiegano sulle pareti delle imponenti tombe etrusche, soprattutto di Tarquinia ma anche di Cerveteri e Chiusi. In esse l'esplicito riferimento al mondo dei giochi è affidato alle rappresentazioni di corse di cavalli, gare di pugilato e di lotta talvolta in presenza del pubblico stesso, che sembra in tal modo divenire coprotagonista della manifestazione. Sullo stesso piano, sebbene con minore evidenza, si dispiegano i richiami all'attività agonistica che gli Etruschi di Marzabotto vollero collocare nelle tombe dei loro defunti: strigili e balsamari a richiamare le fasi dell'allenamento e della cura del corpo, statuette di lanciatori del disco, momenti di palestra, gara e vittoria evocati sulle pareti dei vasi greci fino alla corsaAtleta con strigile equestre rappresentata sul cippo funebre. Ma quale è il rapporto fra questo tipo di rappresentazioni e l'oltretomba? Certamente l'aspetto di fondamentale vitalità che caratterizza l'attività sportiva doveva apparire particolarmente congeniale a simboleggiare la speranza di sopravvivenza nell'aldilà.
Anche il singolo oggetto riferito allo sport poteva dunque farsi evocatore di quei giochi funebri concepiti come riti di passaggio, il cui compito sociale era anche quello di rallegrare lo spirito dei viventi e di provocare, particolarmente all'indomani di un lutto, una reazione psicologica benefica. Non va comunque dimenticato che nel mondo etrusco il culto dei defunti, capostipiti delle famiglie di rango, assurge al livello di quello che in Grecia è il culto degli eroi, uomini dal valore eccezionale che con la morte si innalzano al livello di semidei. Le tombe possono così diventare i luoghi di un culto eroico, reso anche attraverso giochi agonistici svolti nella realtà o semplicemente evocati dalla suggestione di oggetti o immagini.