A partire dal prossimo 17 settembre fino al 31 dicembre 2024, si eseguiranno, presso il Palazzo di Teodorico, interventi di adeguamento alla normativa antincendio. Tali lavori implicheranno la sospensione dell’apertura al pubblico.
PALAZZO DI TEODORICO Via di Roma, angolo via Alberoni - 48121 Ravenna
Fino a quando non sarà ripristinata la bigliettazione automatica, la prenotazione e il pagamento del biglietto potranno avvenire:
-on line
-presso le biglietterie del Mausoleo di Teodorico, del Museo Nazionale e della Basilica di Sant’Apollinare in Classe
https://info.ravennantica.it/selection/timeslotpass?productId=10228515119733>mStepTracking=true Telefono: +39 320 9539916
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GIORNATE AD INGRESSO GRATUITO SE RICADONO NEI GIORNI DI APERTURA AL PUBBLICO: San Romualdo 7 febbraio, Anniversario della Liberazione 25 aprile, Festa della Repubblica 2 giugno, Patrono Sant’Apollinare 23 luglio, Morte Re Teodorico 30 agosto, Notte d’Oro e biennale del mosaico 12 ottobre, Giornata dell'Unità Nazionale 4 novembre e Riconoscimento siti ravennati dall’UNESCO 7 dicembre.
Si comunica che questo istituto s'impegna per offrire al pubblico un orario di visita quanto più esteso possibile, nel rispetto dei criteri per l'apertura al pubblico, la vigilanza e la sicurezza dei musei e dei luoghi della cultura statali previsti dal D.M. del 30 giugno 2016, in attesa che vengano espletate le previste procedure concorsuali finalizzate al superamento delle attuali carenze organiche e al conseguente incremento del personale in servizio. Carta della qualità dei servizi (aggiornata al 2021) |
Ingresso a pagamento intero € 2,00 gratuito per tutti i cittadini di età inferiore a 18 anni e ogni prima domenica del mese. sono previste ulteriori agevolazioni per l'ingresso
Accessibilità il 50% dello spazio è accessibile, ma non sono disponibili attrezzature/ strumenti di ausilio e personale dedicato
Servizi nel piano superiore del monumento sono presenti didascalie in lingua italiana |
PALAZZO DI TEODORICO
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Il cosiddetto Palazzo di Teodorico è l’unica testimonianza architettonica superstite dell’VIII secolo d.C. di Ravenna e al primo piano ospita una selezione di mosaici pavimentali appartenenti a quello che è stato il più notevole rinvenimento del primo ‘900 avvenuto nell’area circostante: l’antica area palaziale della città imperiale.
IL PALAZZO
Dell’antica area palaziale della città imperiale rimane oggi visibile la porzione di edificio identificata quale nartece e facciata della chiesa di San Salvatore Ad Calchis (VIII secolo d.C.), di cui si conservano anche le fondazioni del corpo principale.
Grazie ai restauri novecenteschi di Corrado Ricci, il primo soprintendente d’Italia, oggi la struttura, in particolare il prospetto costituito da una doppia parete, si presenta nuovamente leggibile nel suo aspetto originario: al piano terreno con il portale e le due coppie di archi e al piano superiore l’imponente nicchione con la bifora affiancata da due serie simmetriche di arcatelle cieche.
Prima degli interventi di restauro la facciata esterna su via di Roma era completamente murata e sul lato destro inglobava dal 1633 la vasca di porfido, il sarcofago del re ostrogoto, che si trova all’interno della cella superiore del Mausoleo di Teodorico.
La parte retrostante è caratterizzata da rampe scalari simmetriche che collegano quello che doveva essere il nartece della chiesa con l’ambiente al primo piano: una è stata completamente ricostruita dal Ricci, dell’altra restano solo le fondazioni ed alcune tracce murarie. Imponente e suggestivo il grande arco che connetteva questa struttura di accesso al corpo basilicale della chiesa.
LA COLLEZIONE DEI MOSAICI PAVIMENTALI
Al primo piano del palazzo, celato dalla bifora visibile dalla via di Roma, sono esposti un terzo dei mosaici pavimentali recuperati nel corso degli scavi del 1908-14. Si tratta di un complesso davvero straordinario che ripercorre ben sei secoli di storia.
Si possono vedere lacerti pavimentali in opus sectile di marmi policromi (I-II secolo d.C.) provenienti dagli ambienti di rappresentanza del palatium (sala absidata e triconco), frammenti di pavimento musivo figurato (V secolo d.C.) provenienti dai corridoi che circondavano il peristilio e rappresentanti soprattutto scene di giochi circensi, lacerti pavimentali (VI secolo ed età teodericiana) decorati da motivi geometrici, fitomorfi o floreali che, essendo rimasti in utilizzo più a lungo anche dopo l’abbandono del palazzo e la dissoluzione dell’Esarcato, sopravvivono alla successiva decadenza della qualità esecutiva delle maestranze mosaiciste ravennati del VII secolo.
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