CASA MINERBI DAL SALE  Temporaneamente chiusa al pubblico

Via Gioco del Pallone 15,  Ferrara

Contatti presso il Museo di Casa Romei:

tel. 0532 234130

email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

CASA MINERBI DAL SALE

 

Stefano da ferrara temperanza casa minerbi del sale ferrara 

 

L’architettura ed il restauro di Piero Bottoni (1953-1961)

L’edificio attuale consiste sostanzialmente in due corpi di fabbrica che insieme sembrano formare una L capovolta. Entrambi hanno accesso da Via Gioco del Pallone, ma mentre il primo, avendo andamento normale la strada e struttura ricollegabile alla tipologia di casa a corte (Zaffagnini 1995), presenta entrata diretta dai civ. 15-17, l’altro, è in posizione centrale rispetto all’isolato e vi si accede dai civ. 21-23 passando attraverso un androne ed un cortile interno.

I due edifici sono strettamente collegati, infatti nella carta del catasto regio (1880) compaiono fusi come unico mappale 12, già da allora proprietà della famiglia Minerbi.

La Stanza degli Stemmi è, insieme all’attigua Sala dei Vizi e delle Virtù, ciò che è rimasto più integro nella casa; nelle altre stanze si trovano sporadiche tracce di dipinti coevi o di epoche posteriori: la maggior parte delle testimonianze trecentesche sono state distrutte dalle numerose manomissioni successive.

Coevi agli affreschi dovrebbero essere le grandi capriate lignee della copertura dell’intero piano, poiché le relative teste si innestano perfettamente nelle interruzioni di affresco sia nella Stanza degli Stemmi che nella grande Sala dei Marmi dove sono presenti grandi travi dipinte ad elementi ripetitivi che reggono il solaio intermedio. Anche le strutture lignee della loggia (in origine aperta) e dell’altra stanza al piano terra, ad una attenta analisi, possono essere riconosciute come originali della struttura trecentesca.

Nella loggia troviamo altri elementi decorativi databili al periodo in cui i Dal Sale occupavano la casa: i capitelli lapidei e gli elementi in cotto degli archivolti. I semicapitelli in pietra ai lati della loggia, sorretti da semicolonne in mattoni, presentano lo stemma della famiglia e sono simili, ma non identici per finitura e proporzioni, a quelli ritrovati nella casa di via Cammello 20 anch’essa appartenente alla famiglia Dal Sale. Dagli atti (Archivio Pasi Strade, Famiglie, B.C.A.Fe) sappiamo che nell’ isolato abitavano più membri della famiglia e queste differenze nella fattura dei capitelli non possono che confermarne l’ipotesi. Le colonne centrali presentano anche il fusto in pietra (calcare compatto), ma i relativi capitelli non hanno invece elementi araldici o altrimenti riconoscibili e sono simili per fattezza ad altri esempi ferraresi del 300-400.

Le ghiere dei tre archivolti sono state sicuramente concepite nello stesso momento: presentano una identica successione di fasce: elementi a dentelli, mattoni in coltello, elementi a “zig-zag”, ancora mattoni in coltello; solo l’archivolto centrale si distingue nella fascia più interna per la presenza di cinque formelle equidistanti fra loro con decorazioni a foglia.

Confrontandoli con altri elementi ferraresi (Agnelli 1909, Righini 1910) le decorazioni delle diverse fasce della ghiera sono ricorrenti nelle porte di altri edifici del XIV-XV secolo, mentre le parti a foglia pendente risultano invece essere del tutto originali.

Negli anni ‘50-‘60 del secolo scorso l’allora proprietario Giuseppe Minerbi, personaggio della vita culturale ferrarese (Bassi 1994), affrontò un sostanziale restauro che portò al collegamento della Sala dei Vizi e delle Virtù) alla casa di abitazione (civ. 15-17). Il relativo progetto fu redatto da Piero Bottoni, uno dei protagonisti del movimento moderno in architettura (Bassi 1994) e molto attivo a Ferrara in quegli anni sia a livello urbanistico che progettuale. Questa divisione promiscua dell’edificio, è rimasta inalterata anche a seguito della recente acquisizione pubblica avvenuta esercitando il diritto di prelazione per gli Enti Pubblici sugli edifici tutelati previsto dalla Legge 1089/39. La parte dell’abitazione relativa ai civ. 15-17 e della lunga Sala dei Vizi e delle Virtù è ora proprietà comunale, mentre la restante parte centrale all’isolato, è stata acquistata dallo Stato ed è adesso gestita dalla Direzione Regionale Musei dell’Emilia-Romagna.

L’intervento eseguito da Bottoni sull’edificio oggetto di studio è stato, come lui stesso lo ha definito, un intervento di salvataggio di architettura minore, ma ancora validissima (Bottoni 1969).

Le opere di restauro eseguite tra il 1953 e il 1961 hanno preso in esame i seguenti punti:

- restauro statico dei solai, dei pilastri, dei muri e degli archi;

- restauro e scoprimento degli elementi artisticamente e storicamente individuabili;

- inserimento di motivi compositivi moderni.

Gli elementi di composizione moderna hanno riguardato:

- la copertura del salone degli affreschi;

- il corridoio o ‘cunicolo’ di collegamento;

- l’arredamento interno.

(da Cavicchi e Pozzi, 2012)

 

Gli affreschi trecenteschi

Gli affreschi, datati al 1370 da Carlo Ragghianti nell’unico studio approfondito intrapreso dopo la loro riscoperta avvenuta all’inizio del secolo scorso (Archivio Pasi-Strade Via Gioco del Pallone, B.C.A.Fe), sono genericamente attribuiti dalla critica al Maestro di Casa Minerbi (Ragghianti, 1970) o, secondo alcuni studiosi, a Stefano da Ferrara.

 

Sala dei Vizi e delle Virtù

casa minerbi1

 

Un progetto unitario sovrintende al ciclo ove le Virtù e i Vizi sono rappresentati secondo una visione gerarchica e una volontà didattica che, senza alcuna ambiguità, propongono - a chi guarda - i valori ai quali bisogna fare riferimento.

Nelle pareti sono raffigurate le "virtù cardinali" - GiustiziaPrudenzaFortezza e Temperanza - e le "virtù teologali" - FedeSperanza e Carità - accompagnate dai vizi corrispondenti.

Le Virtù sono nella fascia superiore e sovrastano i Vizi, descritti in quella inferiore, secondo una tradizione figurativa largamente diffusa e della quale altri esempi sono anche in Ferrara. 

Nel 1954, su richiesta del proprietario Giuseppe Minerbi, Francesco Arcangeli rileva, in una breve relazione mai edita, un diretto legame con gli affreschi di Giotto a Padova e conclude potrà trattarsi di un forte maestro toscano, attivo a Ferrara nel cuore della seconda metà del Trecento, e che avesse assorbito anche elementi di cultura veneto-padana.

Roberto Longhi, nei Nuovi Ampliamenti dell'Officina Ferrarese, stesi fra il 1940 e il 1955, ne accenna lateralmente: si mostrano ormai di pari passo con il fare "neogiottesco" della cultura padana, e particolarmente padovana, a cavallo dei due secoli; ... qui è desunta dagli Scrovegni la figura dell'Ira per mano di questo anonimo la cui nascita ferrarese non è affatto certa.

Il primo che affronta in maniera organica il tema del riconoscimento della cultura figurativa e della qualità formali del "Maestro di Casa Minerbi" è, nel 1970, Carlo Ludovico Ragghianti.

(da R. Varese, 1995)

 

La Sala degli Stemmi

                                         casa minerbi 2  casa minerbi 3

La decorazione pittorica ricopre tutta la superficie delle pareti. Nella parte superiore si trovano specchiature rettangolari a finto marmo al cui interno sono disposte tredici losanghe romboidali contorniate da cornici colorate di bianco scorciate prospetticamente dal basso verso l'alto, che racchiudono una serie di teste di uomini e di donne raffigurati prevalentemente di profilo.

Nella parte inferiore tutta la sala è avvolta da con un finto velario giallo con bordo rosso appeso per punti così da formare profonde e ampie ricadute delle pieghe. La fascia centrale delle quattro pareti è composta da un reticolato ad intreccio geometrico che può essere suddiviso in tre registri.

Il registro in alto e quello in basso racchiudono una teoria di clipei dipinti a chiaroscuro ad eccezione di due colorati presenti nella parete ovest che raffigurano busti di profilo. Il registro centrale riporta in maniera seriale l'impresa araldica della famiglia Del Sale. L'effetto coloristico delle pareti è di grande impatto visivo e non si può non apprezzare il gusto per l'uso del colore presente in questa sala.