Nel contesto del rinnovato sistema politico ed economico impiantato dagli Etruschi nel territorio padano, la città di Felsina, l'attuale Bologna, assume un ruolo predominante, con probabili funzioni direttive dell'intero comparto, seppure non in posizione prevaricante rispetto alle altre città, quanto piuttosto in collaborazione con esse sul piano politico ed economico, secondo un'organizzazione di tipo federale. Certamente, per la sua centralità geografica, Felsina divenne punto di raccolta e di successivo smistamento dei manufatti greci ed etruschi, che giungevano rispettivamente dal porto di Spina e dai valichi appenninici. Non molto conosciamo della sua struttura urbana, soprattutto dei caratteri delle zone abitative, in gran parte cancellate dalla successiva continua frequentazione. E' comunque ormai assodato che, nel corso del V secolo a.C., le tradizionali capanne di fase villanoviana furono sostituite da vere e proprie case con fondazioni in ciottoli a secco e con tetti di tegole e coppi.
Sicuro è il riconoscimento di un'acropoli, situata sulle prime propaggini collinari, in posizione centrale rispetto all'area urbana, ma al suo margine meridionale. Su di essa, sede delle attività religiose e quindi polo di aggregazione dell'intera comunità cittadina, sono stati individuati almeno un edificio templare con numerosi cippi sagomati per l'esposizione delle offerte e due statuette di bronzo, raffiguranti Eracle e Apollo, che attestano il culto di queste due divinità nel santuario felsineo. Le necropoli si disponevano, come di consuetudine, all'esterno del centro urbano, con due grandi concentrazioni di sepolture ad occidente, dove già avevano trovato la propria sede i grandi sepolcreti villanoviani, e nell'area sud orientale. Le tombe di maggior rilievo, come le altre scavate nel terreno, erano segnalate fuori terra da grandi stele di pietra a forma di ferro di cavallo con decorazioni figurate a basso rilievo, elemento tipico ed esclusivo della Felsina di V secolo.