Rimini, Arco di Augusto, 15 settembre

foto Patrick Tuttofiuoco Zero Weak Fist 1

ZERO (Weak Fist) di Patrick Tuttofuoco

Inaugurazione dell'opera: Rimini, Arco d'Augusto - 15 settembre 2018 ore 18.30

Proposto dal Polo Museale dell’Emilia Romagna con la collaborazione del Comune di Rimini, l’Accademia di Belle Arti di Bologna, l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e l’organizzazione culturale Xing, il progetto è vincitore del bando Italian Council 2017 della Direzione Generale Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane del MiBACT, selezionato tra i progetti internazionali che si sono contraddistinti per l’eterogeneità degli ambiti e dei linguaggi artistici adottati.

Con ZERO (Weak Fist) Patrick Tuttofuoco ha inteso rispondere ad una sollecitazione istituzionale la cui occasionalità parte da un locus geografico: l’Arco di Augusto di Rimini. Sfondo e scenario ispirazionale di questo intervento, l’Arco di Augusto è una struttura simbolica priva di porte e di barriere. Questa sua caratteristica lo rende a tutti gli effetti un’architettura non di difesa ma di accoglienza, testimone di un periodo di pace e convivenza tra popoli. Da Rimini, si diramano due strade consolari, l’Emilia e la Flaminia, che rifrangono, proprio partendo da questo sito, un limes che è al contempo urbano e universale, ossia una coincidenza tra i confini della città-stato e i confini della sua area di influenza politico-amministrativa in continua espansione.

ZERO (Weak Fist) si sviluppa come un intervento transitante: una scultura luminosa mobile progettata per ricollocarsi in una serie di tappe a Rimini, Berlino e Bologna.

I luoghi scelti per le tre città hanno un carattere di reperto archeologico, fossile, quasi fossero rimasti immutati nel tempo (formalmente o idealmente): l’arco romano di Rimini, il cortile/palazzo dell'Ambasciata Italiana a Berlino e la Porta Zamboni/San Donato, punto di accesso al quartiere universitario bolognese che è stato luogo di irradiazione della ripresa medioevale del diritto romano.

“La scultura è un oggetto fresco che pur mantenendo una forma scoraggiata e malinconica evidenzia la presenza, il contesto e il ruolo delle architetture alle quali aderisce quasi in una forma di simbiosi. Il pugno cadente da un lato può sembrare un’arresa, ma dall’altro un tentativo di negoziazione non violento”.

Patrick Tuttofuoco_breve biografia critica

Il linguaggio innovatore di Patrick Tuttofuoco dà vita a un’opera originale e capace di intessere un confronto paritario con gli altri importanti interventi d’arte che hanno avuto la via Emilia come oggetto di indagine. Il suo lavoro è incentrato sull'originale rilettura dei codici delle forme urbane, sulle modalità di coinvolgimento e di collaborazione del pubblico nel progetto delle opere, sulla sfera dell’intrattenimento, sulla realtà intesa come un organismo vivente fonte di energia. Le sue opere sono state esposte all’interno di prestigiosi contesti museali e in spazi pubblici sia in Italia (OGR Officine Grandi Riparazioni a Torino, Biennale di Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Milano, Piazza del Popolo a Roma come vincitore del Premio Enel Contemporanea, MART di Rovereto, MAMbo a Bologna, PAC e Hangar Bicocca a Milano, MAXXI a Roma, Fondazione Re Rebaudengo a Torino) che all’estero (Museum of Contemporary Art di Tokyo, De Appel di Amsterdam, Biennale di Shanghai, Biennale de l’Avana, Triennale di Folkstone, Manifesta 5, Art Metropole a Toronto, Istituto Italiano di Cultura di Berlino e di Madrid, Bloomberg a New York). Luci, superfici specchianti, laser e neon colorati, sono gli elementi che permettono a Patrick Tuttofuoco di creare un dialogo con il pubblico e con lo spazio in cui si trova a operare e che riflettono la radice dinamica e corale della sua ricerca artistica.