Atleta con diadema sul capo che si appoggia al piccone e tiene il piede destro sopra un peso. Il segnacolo in marmo di una sepoltura della necropoli orientale di Marzabotto presenta una decorazione figurata assai particolare. Coronata da un motivo stellato alla sommità e da una fascia con fiori di loto e melagrane, si snoda una teoria di cinque personaggi, due coppie di cavalieri al galoppo e un personaggio a piedi in atteggiamento di corsa, tutti in movimento verso la medesima direzione. Analogo è l'atteggiamento dei cavalieri, rappresentati tutti nell'atto di balzare giù da cavallo, tenendo saldamente le redini con la mano sinistra e brandendo con la destra, levata, una spada a lama ricurva. L'assetto militare dei personaggi è ribadito dall'elmo, ben leggibile sul capo di uno, e dallo scudo che il personaggio a piedi regge con la sinistra, mentre è molto probabile che con la destra levata tenesse anch'egli una spada. Corridore con fiaccola accanto a una mèta. Tutti questi elementi consentono di dare un'interpretazione precisa a tale scena. Si tratta della rappresentazione di uno dei giochi equestri più diffusi in Etruria e, con ogni probabilità, il più antico, che aveva come protagonisti i cosiddetti "desultores", vale a dire cavallerizzi-acrobati, specializzati nel saltare a terra da cavalli in corsa, completare la gara a piedi o, tenendo comunque sempre saldamente in mano le briglie, essere in grado di rimontare in corsa sulla cavalcatura. Il tipo di abbigliamento, che doveva di fatto aumentare non poco la difficoltà dell'esercizio, suggerisce che l'origine di questa gara vada cercata, analogamente alla maggior parte delle gare atletiche dell'antichità, nell'addestramento alle diverse azioni militari. In particolare l'atto di scendere e salire da cavalli in corsa è stato ricollegato a uno speciale ruolo tattico della cavalleria che, in determinate situazioni, doveva essere in grado di assolvere anche il ruolo della fanteria. La scena del cippo di Marzabotto illustra dunque l'ambivalenza dei "desultores", rappresentati sia nell'aspetto di cavalieri che di fanti. Per completare l'interpretazione di questo documento occorre soffermarsi sul particolare significato funerario che una scena come questa assume se scelta per decorare, accanto a simboli dell'aldilà come melagrane e fiori di loto, un segnacolo tombale. La gara atletica incisa sul cippo acquista in tal modo ambientazione e scopo: perpetuare la memoria dei giochi in onore di un defunto di rango elevato, nella cui celebrazione l'intera città si dovette riconoscere. Memoria di gare svolte nella realtà o solo rappresentazione simbolica di esse? Le ampie vie della Marzabotto etrusca sembrano suggerire la possibilità di una corsa reale che venisse a concludersi alla porta orientale, affacciata sulla necropoli.