Molti miti greci si richiamano a temi di gare, competizioni e lotte che coinvolgevano dei ed eroi. Uno dei protagonisti più famosi è senza dubbio Eracle, che è rappresentato in lotta contro le mitiche Amazzoni o nel duello con Cicno, figlio di Ares, il predone che derubava i pellegrini in viaggio verso il santuario di Delfi. Assai noto era anche, nelle sue molteplici varianti, il mito di Atalanta, la cui culla furono l'Arcadia e la Beozia. Rifiutata dal padre è abbandonata sui monti dove viene nutrita da un’orsa e allevata da cacciatori. Diventa così una provetta cacciatrice. La sua bellezza attira i pretendenti, ma ella pone loro una dura condizione: promette che si arrenderà a chi, prima di lei, tocchi il traguardo in una gara di corsa. Se invece ella riuscirà a raggiungere il pretendente, lo ucciderà a colpi di freccia. Ippomene la supera ricorrendo a una astuzia: lascia cadere lungo il percorso tre mele d'oro tratte dalla corona di Dioniso, dono di Afrodite, che la fanciulla vinta da esaltazione amorosa si attarda a raccogliere. L'unione di Atalanta e di Ippomene viene punita dalla Grande Madre degli dei, che trasforma i due giovani in una coppia di leoni da aggiogare al proprio carro. Secondo un'altra leggenda, Atalanta partecipa ai giochi funebri indetti da Akastes in onore di Pelia, giochi che, nell'immaginario greco, superarono ogni altro avvenimento analogo poiché ad essi presero parte come giudici e contendenti i più grandi eroi dell'Ellade. Ivi Atalanta vince nel pugilato Peleo, che pure eccelleva in tale specialità. Gli artisti amarono rappresentare specialmente quest'ultimo agone, fatale a causa della bellezza dei due contendenti. Per i ceramografici attici di V sec. a.C., ad esempio, la coppia di figure bene si presta a decorare l'interno di coppe: Atalanta è raffigurata con calzoncini, con il petto nudo o coperto da una fascia, con il copricapo che portavano i lottatori. Ha nelle mani il piccone con cui smuove il terreno su cui avverrà la gara. Secondo un altro mito, il primo leggendario incontro di pugilato si svolse tra Polideukes e Amikos, re dei Bebrici, cui si attribuiva l'invenzione delle cinghie di cuoio per proteggere le mani durante l'agone. Amikos non permetteva ad alcun straniero di approdare alla sua terra e di attingere acqua se prima non si fosse misurato con lui nel pugilato.