Il principale veicolo dei caratteri culturali ed ideologici greci in Etruria padana è ovviamente rappresentato dalla ceramica figurata di produzione ateniese, la cosiddetta ceramica "attica", decorata prima a figure nere, poi a figure rosse, che giunge in grandissime quantità tra la seconda metà del VI e la metà del IV secolo a.C. e che conosce un'ampia diffusione in tutto il territorio. L'arrivo di questo vasellame, talora di altissima qualità artistica, è strettamente connesso alla generale assunzione, nel rituale funerario etrusco, dell'ideologia del simposio, celebrazione conviviale in cui prevalente è il consumo del vino. I contenitori per conservare, preparare, mescere e bere questa preziosa bevanda vengono quindi deposti in complesse associazioni all'interno dei corredi tombali, che richiamano da un lato il momento del banchetto funebre in onore del defunto e dall'altro sottolineano la posizione sociale di chi ha potuto in vita praticare il simposio e continuerà a farlo anche dopo la morte. Le storie figurate che si dispiegano sulle pareti dei vasi attici costituiscono, inoltre, un efficace mezzo di diffusione dei racconti mitologici e della religione greci, nonché di una nuova concezione dell'Oltretomba, che diventa un luogo verso il quale il defunto viene trasportato in compagnia di demoni alati o di Caronte, come ben documentano i bassorilievi sulle stele felsinee o alcune cimase di candelabro in bronzo. Non trascurabile è infine il patrimonio stilistico e figurativo veicolato dalla ceramica greca alla cultura artistica etrusca di area padana, ancora una volta riscontrabile nella lavorazione della pietra e nella modellazione del bronzo. Altri oggetti importati o imitati, quali vasetti contenitori di unguenti in vetro e alabastro, oppure gli strigili, tutti attestati nelle sepolture, testimoniano l'assunzione anche di gesti e abitudini tipicamente greche. Al di là della documentazione materiale, di più difficile comprensione rimane il ruolo culturale rivestito, nei confronti degli Etruschi, dalle genti greche stanziatesi direttamente in suolo etrusco-padano, soprattutto a Spina, dove la cospicua comunità ellenica appare largamente integrata con la popolazione locale.