Il primo affermarsi della cultura etrusca nella Pianura padana risale agli inizi del IX secolo a.C., cioè alla stessa epoca in cui essa compare anche nelle regioni tirreniche. E' probabile che il popolamento di questa prima fase, detta villanoviana, organizzato intorno a due importanti centri molto popolosi, Bologna e Verucchio (Rimini), sia da attribuire almeno in parte ad una colonizzazione della pianura da parte di genti etrusche, trasferitesi qui dall'Etruria tirrenica perché attratte dalle possibilità di sfruttamento agricolo che tale zona offriva. Verso la metà del VI secolo a.C. l'area padana subì una radicale trasformazione nel proprio assetto politico ed economico ad opera delle stesse genti etrusche. In questo periodo una serie di avvenimenti concomitanti, prevalentemente di carattere bellico, che videro coinvolte le grandi potenze marittime del Mediterraneo - Etruria, Grecia e Cartagine - portarono a importanti mutamenti nel quadro delle egemonie territoriali: gli Etruschi persero il predominio sul Tirreno e, per ciò, le città costiere meridionali conobbero un forte ridimensionamento degli scambi. Fu dunque la ricerca di nuovi sbocchi sull'Adriatico, necessari per mantenere i consistenti rapporti commerciali con i partner greci, insieme alla contemporanea rivalutazione delle vie di valico attraverso l'Appennino, allo scopo di rivitalizzare i contatti con il nord Europa, a determinare il mutamento organizzativo dell'Etruria padana. Il nuovo sistema politico-economico si imperniò su quattro centri principali: Felsina (Bologna), che venne per così dire "rifondata" sul precedente abitato villanoviano, Spina, Marzabotto e Mantova, tutte e tre costruite ex-novo pressoché contemporaneamente in luoghi strategici. Ad ognuna di queste città fu assegnata una precisa funzione: la prima costituiva il fulcro del territorio etrusco-padano, la seconda ne era il porto, la terza controllava la via del Reno, percorsa dai prodotti artigianali dell'Etruria tirrenica destinati all'Italia settentrionale, ma era anche uno dei più importanti centri di lavorazione del metallo; l'ultima, infine, fungeva da testa di ponte verso il nord Europa, quale centro di smistamento delle merci greche ed etrusche verso le corti dei principi Celti. La compattezza di tale sistema organizzativo non subì contraccolpi per circa due secoli, fino a quando, intorno alla metà del IV secolo a.C., esso fu scardinato dall'arrivo dei Galli, popolazione di ceppo celtico che, una volta attraversato il Po, si attestò nella Pianura padana, determinando la progressiva fine del predominio etrusco.